Italia

Trekking nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi

2 Gennaio 2017

Per scoprire luoghi meravigliosi non sempre è necessario prendere un volo e andare lontano da casa.

Qualche giorno fa abbiamo partecipato ad un’escursione nelle Foreste Casentinesi organizzata da In Quiete Ecooperativa, una cooperativa formata da un gruppo di ragazzi, ognuno con un percorso di formazione diverso ma tutti con un unico grande amore in comune: quello per la natura e il suo rispetto.

Quando abbiamo deciso di iscriverci a una delle tante date proposte, si trattava di una ciaspolata, ma viste le temperature alte di quest’inverno, è diventato un piacevole trekking.
Il ritrovo è alle ore 10 presso il parcheggio del Passo della Calla (1296 mt), il più alto valico sul crinale dell’appennino tosco romagnolo. Ci troviamo a circa un’ora e mezza di auto da Forlì, con un piede in Romagna e l’altro in Toscana in una grande area protetta di boschi e foreste tra i più estesi e meglio conservati di tutta Italia.
Una volta radunato l’intero gruppo, ha inizio il trekking. Accompagnati dalle guide Sara e Alessandro, imbocchiamo il sentiero 00 in direzione Monte Falco (1658 mt) che, insieme al Monte Falterona (1654 mt), segnano le vette più alte dell’appennino tosco romagnolo.
Il sentiero, un tappeto di foglie che passa in mezzo ad un fitto bosco, è leggermente in salita ma si affronta senza particolare difficoltà, ogni tanto ci fermiamo per ascoltare Sara e Alessandro che ci raccontano le bellezze che ci circondano. Dopo aver costeggiato il rifugio La Burraia, usciamo dal bosco e davanti a noi si apre un’ampia distesa di prato, siamo arrivati ai prati della Burraia. E’ vero, non c’è la neve ma siamo ripagati da una bellissima giornata, una di quelle con il cielo terso e azzurrissimo. Il manto erboso è così soffice che la prima cosa che ci viene voglia di fare è stenderci per terra con il sole che ci scalda la faccia. 

Arrivati in cima, continuiamo il nostro trekking proseguendo verso destra, affrontiamo un altro sentiero che ci porta alla terrazza panoramica del Monte Falco, una staccionata di protezione e una panchina da dove ammirare il paesaggio appenninico. Sara ci spiega che nelle giornate limpide è possibile scorgere il mare Adriatico anche ad occhio nudo. La vista è davvero mozzafiato.


Volendo proseguire in circa mezz’ora si può raggiungere il Monte Falterona. Noi ci fermiamo qui, dove facciamo sosta per mangiare il pranzo a sacco. Ritornati ai prati della Burraia, raggiungiamo la cima del Monte Gabrendo.
Un bel tratto in salita che questa volta si fa sentire, ma una volta arrivati in cima tutta la fatica viene ripagata dalla vista.

Lungo il percorso ci imbattiamo un paio di volte in tracce organiche di lupo, presente nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi in numero costante da alcuni decenni.
Riprendiamo il sentiero per il ritorno, verso le ore 15 circa siamo al parcheggio dove abbiamo lasciato la macchina.

E ora, per concludere il racconto di quest’inaspettata sorpresa a due passi da casa, lascio la parola allo staff di In Quieta Ecooperativa, risponde Mattia:

1- Quando e come nasce In Quiete Ecooperativa?
Nasce nel gennaio del 2014 da tre amici che decidono di tuffarsi in un “progetto scommessa”: trasformare una passione (fino ad allora declinata in lavoro precario per altri) in un lavoro stabile e autonomo.

2- Qual è la vostra mission?
Accompagnare turisti consapevoli tra le bellezze del nostro Appennino, educare le nuove generazioni al rispetto per la natura, sviluppare forme di lavoro in sintonia col territorio che ci ospita.

3- Perchè consigliereste un trekking con voi?
Perché siamo guide nate e cresciute in questi boschi, profondamente legate al nostro territorio…e quando ne parliamo ci brillano gli occhi.

4- Tre motivi per scegliere un trekking nelle Foreste Casentinesi?
Per gli scorci mozzafiato, per la biodiversità in cui ci si immerge e perché dopotutto sono escursioni rilassanti.

5- Progetti futuri?
Il recupero già avviato dell’impianto di acquacoltura di Molin di Bucchio, e nuovi itinerari escursionistici per scoprire l’Appennino anche fuori dal Casentino.

 

 

 

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